giovedì 20 ottobre 2011

Visionari

Il giorno 05 ottobre è morto Steve Jobs. Amen! Mi verrebbe da dire, ma no, non si può. Mi ricordo che quando nel 2005 morì Giovanni Paolo II, il giorno stesso, dovevamo fare uno spettacolo teatrale (su Andrea Pazienza) e ci fu un gran telefonare per capire se era meglio procedere o non procedere, per questioni etico/morali si diceva. Poi si fece, e mentre il Papa moriva, sul palco un attore si esprimeva con modi volgari e poco forbiti, trasponendo alcune vignette del defunto Paz. Il giorno dopo fu tutto un cosa si è fatto, era giusto farlo, tra pareri a posteriori, discordanti sull'opportunità o meno di uscire dal comune senso del pensare. Bene. Niente in confronto all'avanzare dei dubbi sulla santità del buon Steve. Io ho usato un Apple per scrivere la mia tesi nel 1994. Ho poi usato un Power Mac per disegnare i miei primi progetti digitalizzati; infine a malincuore mi sono venduto al nemico per sopravvivere e uscire dalla setta della Mela (P.S. ho un iPod regalatomi e mai usato; nessun iPhone e nessun iPad. Che scarso!!!). Ma da qui a santificare il Jobs ce ne passa. Così sono rimasto alquanto allibito quando ho visto gente portare dei fiori e deporre delle mele morsicate fuori da qualche negozio rivenditore della Apple. (ripeto, dei fiori ad un negozio della Apple!). Ancora più perplesso che tutto il movimento mediatico stia da settimane a scassare con l'idolatria verso, come gli piace a tutti chiamarlo, "il visionario numero uno della Apple". Sono da vari giorni che penso di scrivere qualcosa su questo, poi ecco che infine apro dal dentista il numero della rivista Panorama uscito ieri 19 ottobre. Dentro il servizio di Guido Castellano che dice: "Dopo Steve Jobs. Ecco 10 uomini che cambieranno il mondo". E poi ecco presentati uno di seguito all'altro coloro che "riescono ad immaginare il futuro e a realizzarlo, modificando la vita di milioni di persone", ecco insomma i "visionari" più grandi della terra: Jeff Bezos di Amazon che vuole trasformare il concetto di tablet; Brett Martin di Sonar che vuole trovare le connessioni nascoste che ciascuno di noi ha con le pesone nei dintorni (oltre il social network!); Jonathan Ive di Apple che continuerà la filosofia Apple sviluppando l'eredità di Jobs; Andrew Mason di Groupon, che vuole "condividere lo shopping fra sconosciuti per strappare sconti e prezzi più bassi"; Henri Seydoux di Parrot, che vuole "interagire e comandare con la voce gli apparecchi elettronici, specie in auto"; Jack Dorsey di SquareUp, che vuole abolire il denaro contante (con lo smartphone); Riccardo Spinelli (wow, anche in Italia abbiamo le visioni!!) di FastCap, che immagina una batteria che si può ricaricare all'istante (per le auto elettriche); Paul Wicks di PatientsLikeMe, che vuole creare un social network medico per garantirsi supporto reciproco; Andy Rubin di Google Android, che immagina un software gratuito per far funzionare gli Smartphone; e infine Jack Ma di Alibaba, che vuole rendere l'e-commerce cinese accessibile e semplice a livello internazionale. Cavolo, sono veramente colpito da tutte ste visioni che mi cambieranno la vita! Colpitissimo. Sembra di stare al tavolo con gli X-Men e invece è gente che alla mattina si alza, si gratta le palle, mangia i biscotti, si veste, ecc., proprio come me. Visionari, loro, e pirla, io! E poi le visioni sono tutte elettronico, fighetto, commerciali. Che strano! Cielo, ti prego, fa in modo che domani possa ancora mettere le ciabatte e scendere al mare a nuotare; fa in modo che possa raccogliere le castagne da terra, in autunno, quando cadono; fa in modo che la torta al cioccolato sappia ancora di sè. Ti prego, non lasciarci soli con tutte queste visioni, che così, a priori, per partito preso, mi fanno un sacco terrore. Così me ne sto, solitario e orso balengo, mentre ricordo com'era quando andavi in treno e i ragazzi parlavano tra loro invece di tenersi le cuffiette sempre nelle orecchie a isolarsi tra le note dell'iPod, e mentre ricordo come quando aprivi Topolino (sì, la rivista settimanale della Disney) leggevi di cazzate varie, oltre le storie, e non eri costretto a verificare che tra poco tutto sarebbe stato pensato e predisposto per qualche "tablet", mentre i professionisti architetti attorno a me disperdono la loro attenzione nei mille programmini di interconnessione che gli garantisce il loro iPhone. Ecco, mentre ricordo tutto questo, penso: "E' morto Steve Jobs! Amen!". Buone visioni a tutti.
P.S. Con Panorama esce anche il volume "Pensare come Steve Jobs", ovvero un "manuale per sbloccare il proprio potenziale creativo". Per essere visionari basta comprare Panorama, alla faccia di Thomas More!