domenica 13 novembre 2011

Novità editoriali: "SESSANTAQUARANTA" di W. Chendi , R. Franco

Imbarazzato in queste ore per le avance offertemi da vari schieramenti e forze politiche per una partecipazione al prossimo governo tecnico di emergenza nazionale, considerato che la tutela ONU è stata scartata a priori, anche se resterebbe da anni la soluzione migliore, ho potuto per mia fortuna declinare gentilmente l'invito a fronte dell'impegno in cui mi sono imbarcato assieme ad un compagno di eccezione, il mio amico Walter Chendi, autore di fumetti e fine analista delle cose del mondo. Il parto di questa collaborazione si chiama SessantaQuaranta, una raccolta di racconti scritti da me e Walter che affronta i temi della memoria. SessantaQuaranta è un libro, un progetto comune, un'occasione per riflettere su alcune tematiche in pubblico, un'esperienza tutta da fare. Per l'occasione ho creato un nuovo blog il cui link è http//walteroby.blogspot.com/ (puoi accedere cliccando l'immagine della copertina sulla barra principale). Lì dentro troverete tutto quello che potete desiderare di sapere sulla cosa. E' un progetto serio, che quindi questo luogo di facezie varie non può contenere degnamente. SessantaQuaranta verrà distribuito nelle librerie a partire dal 1 dicembre 2011 e sarà anche un tour (vedi il blog indicato). Insomma, forse era meglio il governo tecnico, ma il Ministero del Buon Senso, l'unico per cui mi ero reso disponibile, all'ultimo minuto non è stato contemplato, volendo Monti fare riferimento alla legge Bassanini che prevede un numero limitato di ministeri appunto; quindi, tanto valeva...
(l'immagine è copyright W. Chendi e tutelata dalle norme sul diritto d'autore. E' vietata la pubblicazione non autorizzata, salvo che per scopi pubblicitari correlati al volume SessantaQuaranta)

domenica 6 novembre 2011

Lucca Comics & Games, grazie a dio! Ovvero: l'oblio ristoratore

Dal 28 ottobre al 31 ottobre ero a Lucca in occasione di Lucca Comics & Games 2011, ormai diventata di fatto, visti i numeri (circa 150.000 presenze), una delle maggiori Comicsconvention mondiali. Quest'anno ho seguito molti incontri dei Comics, ho girato come sempre tra i banchi degli editori, ma mi sono voluto spingere anche nel territorio dei Games, per curiosità diremo. A me non piace giocare, nemmeno da piccolo piaceva, quindi è stata una vera concessione al mio essere; ma non è stato tempo sprecato. A Lucca Comics, ho potuto incontrare alcuni dei migliori disegnatori e autori mondiali: David Lloyd (la cui mostra è stata per me veramente la sorpresa di questa edizione; l'autore ha presentato dei disegni da V for Vendetta di una raffinatezza e al contempo crudezza e incisività pazzesche, con quei suoi tratti nero su bianco da disegnatore senza tempo; in conferenza poi ha saputo dire forse alcune delle cose più interessanti sentite: insomma la mia palma di quest'anno va a lui... la maschera inventata con Alan Moore per il fumetto, che è oggi diventata simbolo degli "indignados" di ogni paese, ha un ruolo artistico oltre che simbolico); Jeff Smith (l'americano, creatore del capolavoro Bone ha mostrato la sua buffa pancetta e il suo solito guanto nero a coprirgli la mano destra: è un uomo di una simpatia vera e di una grande cordialità... in conferenza ha saputo far capire perché la sua storia fumettistica, nata e sviluppata nel settore indipendente, fino ad assurgere a opera senza tempo, rappresenti una capacità imprenditoriale e di gestione da manuale: illuminante per i giovani autori); Jiro Taniguchi (il giapponese, idolo in Italia e in Europa, ancora di più che nel suo paese (non può certo confrontarsi con la popolarità di una Ikeda, o di una Takahashi); è sembrato uomo colto e sereno, padre vero del suo fumettistico L'uomo che cammina; al contempo il suo lavoro non mi è parso così straripante e innovativo visto dal vivo, in mostra, o raccontato da lui stesso; un grande autore, forse in parte sopravvalutato; comunque un uomo gentilissimo... un'amica fumettista gli ha regalato un suo volume autoprodotto e poco più tardi lui gli ha fatto portare in omaggio un suo disegno); Craig Thompson (il capolavoro mondiale Blankets gli ha aperto le strade e oggi la sua nuova opera, Habibi, è sembrata subito un gran fumetto... Lui ogni volta che mi incontra mi sorride e mi saluta affettuoso... sin dai tempi di Blankets è stato così... è come se ci conoscessimo da sempre e in realtà ci siamo parlati a gesti e pochissimo); Juanjo Guardido e Juan Diaz Canales (con Blacksad hanno rigenerato il clima del noir nel fumetto francese, con i loro personaggi "animalizzati"; Canales è una persona simpatica, Guarnido molto più distante... non di certo simpatico diremo... ma un disegnatore enorme). A Lucca ci sono state poi occasioni per commemorare Sergio Bonelli, scomparso da poco, durante una conferenza in particolare, con Nizzi, Ticci, Castelli, Ferri, Boselli, la storia del fumetto popolare italiano. Vorrei citare poi una mostra esemplare sul lavoro di Manuele Fior e Davide Reviati, capace di qualificare il loro lavoro in forma esponenziale. Un esempio di quando una mostra di originali serve realmente. Per il resto ci sono stati gli editori, tutti giocosi a far da spalla ad una crisi economica che si sente in profondità tra le pubblicazioni prodotte e soprattutto nel clima sottotraccia che accompagna tutto e che è percettibile forse solo da chi frequanta l'ambiente e il festival da vari anni: l'assenza di Black Velvet nel padiglione principale a fronte di alcuni titoli magistrali in uscita, e trovati poi tra i distributori, fa capire molte cose. E poi ci sono i prezzi dei volumi, esorbitanti e tali da impedire ogni forma di curiosità nei lettori. Ecco che a parità di denari torni a casa con metà volumi e ti chiedi di continuo dove in fondo le monete siano scomparse. Il costo di un volume è alto, molto alto, per colpa della stampa, ma soprattutto dei vari passaggi che lo portano atrraverso le librerie anche non specializzate ad arrivare fino al lettore. E' purtoppo un cane che si morde la coda... è un declino. Infine non capisco varie cose... perché a tutti piace molto parlarsi addosso?... perché dietro gli stand devo subire molte persone con il simbolo del dollaro disneyano stampato in fronte?... chi dà ai ragazzi i soldi per permettersi Lucca Comics?... Giri qua e là e vedi queste banconote da cinquanta e da cento girare come trottole da mano a mano, nelle mani di ragazzini e ragazzine vestite da Lamù o da Lady Oscar, nelle mani poi di altri che si lamentano continuamente di non avere il resto da dare, anche se paghi con cinquanta euro un volume che ne costa trentacinque... E' la crisi, dicono! Ah, una nota. Lo stand dove ho trovato le persone più simpatiche e cortesi è stato quello della Logos edizioni. Inoltre il volume illustrato Snowhite di Ana Juan da loro editato è veramente una genialata (tristissimo e orribile, ma geniale). Inoltre. La mastodontica macchina di vendita creata dalla Bao Publishing spaventa un pò. Spaventa perché è talmente lanciata da rischiare lo scontro. Vorrei consigliare loro di fermarsi un pò a riflettere, perché le persone che stanno dietro la casa editrice sono persone simpaticissime, veri entusiasti, persone, da appassionato, che vorresti come amico. Fuori dal padiglione editori ci sono i colori e le follie dei Cosplayer e girare tra loro mi fa pensare a come Lucca sia quasi una prigione all'incontrario, dove fuori dal carcere stanno ora coloro che per tutto l'anno vi stanno invece richiusi e per una volta si sentono liberi di esprimersi, di sentirsi accettati per le loro passioni... è il "diverso" che si riprende il mondo, il proprio mondo auspicato, per una volta all'anno almeno. Mentre subito oltre la stazione e il casello autostradale di Lucca, la gente discute di maggioranze parlamentari, di eurobond e di fiumi in piena che si portano via comunità intere come se non fossero passati quarant'anni dalla volta precedente, come se sia plausibile morire nella stessa maniera dopo quarant'anni di "progresso". Ma il "progresso" non esiste, esiste solo il "processo"; il processo dell'evoluzione naturale delle cose, che non riesce a fare punti a capo o produrre colpi di spugna, ma che altresì si porta sempre dietro tutto il bene e il male passato; é inoltre il processo (vero stavolta) continuo a tutti e chiunque, lavandosi sempre un pò le mani dalle responsabilità anche proprie e che è sempre facile attribuire invece a destra e sinistra. Processiamo l'uomo in quanto umanità... ma si può processare se stessi con obiettività? Assoluzione completa e tragedia continua. A Lucca, durante una conferenza sul ruolo del fumetto indipendente, molti dicono la loro, richiamando il ruolo dell'importanza della proprietà autoriale. Mi sovviene una frase letta moltissimi anni fa, all'Università, in un testo di scenografia: l'individuo ha senso, ma la collettività ha significato. E' una lettura applicabile a molte cose... nel fumetto non è un caso che l'indipendenza sia appartenuta a collettivi di autori e viceversa essa sia scomparsa quando il collettivo è venuto meno: l'indipendenza non è individualismo. Mi piacerebbe che si potessero oggi affrontare i problemi riscoprendo il ruolo collettivo finalizzato ad una indipendenza culturale e mentale... e che si potesse affrontare i problemi insieme e non rinchiusi nelle case... e soprattutto che si potesse per una volta scendere in piazza senza doversi per forza portare sulle spalle una bandiera o farsi accompagnare da un inno (anche se storico). Vorrei parlarvi anche di cucina, ora, ma sono stanco di scrivere... vi lascio quindi un'immagine... un disegno di Guido Buzzelli (realizzato per Amnesty International), esposto nella mostra dedicata al grande autore romano scomparso nel 1992 al Museo della città di Lucca, nel palazzo Guinigi (quello con la torre con gli alberi sopra)... una mostra che nella cinque giorni del Festival dei Comics... con le le sue 150.000 presenze... avremmo visto forse in cento (forse)...