sabato 10 marzo 2012

Stella

Ieri è scomparso quello che indubbiamente poteva, fino a ieri, essere considerato il più influente fumettista vivente. Ieri a 73 anni è morto Moebius. Era quello il suo pseudonimo, il suo nome vero era Jean Giraud: ad ispirarlo per l'epiteto il nastro di Möbius, scoperto dall'omonimo matematico. Un nome che richiamava ad un simbolo matematico rappresentante l'infinito, a quella superficie semplice e ad una faccia sola, esattamente come lo sono le singole vignette disegnate da un fumettista. Moebius ha creato un mondo. Della sua morte mi ha avvisato alcune ore fa Mauro, che nel dirmelo ha aggiunto: "Mi pare sia finita un'epoca". E' vero, mi viene da pensare, ora. E' strano il destino di noi viventi, è strana la nostalgica commozione che ci prende quando se ne va una persona anche così poco a noi vicina. Ne ragionavo con una amica mentre di passaggio a Bologna scorgevo attonito quell'immensa fila che si stava formando davanti alla camera ardente di Lucio Dalla in Piazza Grande, sabato 3 marzo, verso le ore 9.15. Era adorabile in quel frangente sentire i commenti delle persone, i loro ricordi privati, dispiegati attraverso le parole usate nel commemorare un uomo conosciuto anche direttamente, a volte in parte, in alcuni casi per nulla. Era la gente che parlava di se stessa; come mai, in quel contesto, ho capito come la nostra partecipazione, il nostro saluto non fossero rivolti a chi se ne va, ma alla perdita di quella parte di noi che, attraverso la scomparsa di un ricordo personale, di una passione, di un piccolo mito privato, ha smesso improvvisamente di esistere. E' una presa di coscienza improvvisa e dolorosa e ad essa ci vogliamo quindi inchinare. Così, Moebius; i cui disegni potevano tutto e che tutti hanno influenzato e spiazzato. Moebius, che nella sua ritrosia a rilasciare dei disegni, l'ultima volta che ebbi modo di incontrarlo mi omaggiò di una stella. La sua.