lunedì 11 gennaio 2016

I said that time may change me, but i can't trace time

Cosa si può dire su David Bowie che non verrà detto da qualcun'altro nei prossimi giorni e d'ora in poi? Probabilmente nulla. Ma resta il fatto che non potevo astenermi dal sottolineare la sua grandezza, tutta concentrata in quella sana incoerenza che i saggi chiamano ricerca. Ho provato a pensare, nello sconcerto (vero, e qui mi scopro ormai sufficientemente 'vecchio' per vivere certe situazioni con un senso di perdita pressoché imbarazzante) che è seguito alla notizia della sua morte, quali artisti avrei dovuto elencare per descrivere la cultura musicale (e non solo) degli ultimi 70 anni. Mi sono venuti in mente quattro nomi, e David Bowie era tra questi. Che altro dire ancora? Ah sì, le mie preferite sono da sempre, rubandosi il podio periodicamente: Rock'N Roll Suicide, Ashes To Ashes, The Man Who Sold the World, Let's Dance, e quella che contiene i versi del titolo di questo post.
PS. avrei potuto intitolare questo testo anche, citando Andrea Pazienza, "...mi chiesi se il cuore fosse davvero un muscolo involontario..."