giovedì 19 maggio 2016

Strage

A volte si fanno delle constatazioni stupide. Una di queste potrebbe essere: "Ma quest'anno muoiono tutti i cantanti? Anzi a pensarci bene muoiono tutti?" E infatti se pensiamo al 2016 se ne sono andati una sfilza di nomi importanti nel mondo della musica. Ma non solo. Potremmo estendere la cosa ad un numero considerevole di personaggi famosi, ultimo dei quali Marco Pannella, scomparso oggi. Che la considerazione sia stupida è evidente. E' come se uno avesse appena saputo di un lutto dove in un incidente automobilistico sono scomparsi vari membri della sua famiglia; dovrebbe allora constatare: "Di certo quest'anno è un anno dove muoiono tutti i famigliari!" Infatti è proprio questo in fondo l'ago della bilancia, quanti sono i scomparsi che contano qualcosa per me, per la mia memoria ed esperienza di vita. Ciascuno potrebbe fare un piccolo carnet delle scomparse eccellenze rispetto il proprio trascorso. Ad esempio io David Bowie lo conterei, e infatti ne parlai in qualche post di gennaio 2016. E' un gioco scemo, che però permette di fare il punto sulle cose, su ciò che ciascuno di noi è stato un tempo e su ciò che siamo poi diventati, sino ad arrivare a quello che siamo in questo preciso momento. Da questa disamina direi che questo anno è stato alquanto sfortunato. A ben vedere direi anche che questa settimana è stata di certo fastidiosa. Il 13 marzo 2016, ad esempio è scomparso Hilary Putman, filosofo e matematico che da contemporaneo ha sviluppato un excursus condotto (semplificando) all'interno dell'approccio filosofico realista. Giustamente, per farne capire l'importanza, Maurizio Ferraris, durante un suo intervento televisivo, ha ricordato (parafraso) come spesso si andasse dicendo di come la filosofia fosse ormai morta, ma il fatto stesso che Putman sia scomparso nel 2016 dimostrava che non era vero (almeno sino ad oggi). Vi invito alla lettura di Putman (ad es. Realismo dal volto umano, oppure Etica senza ontologia). Alcuni giorni fa (il 17 maggio) è scomparso anche Piero Zanotto. Era giornalista, critico e storico del fumetto e del cinema. Aveva sempre sollevato il tema della cultura del fumetto, ovvero che il fumetto fosse cultura. Curai, sotto la sua egida e con lui poi ad ascoltarci in prima fila, alcuni mesi fa un incontro a Venezia sul fumetto di Matteo Alemanno. Me ne resterà un piacevole ricordo, e anche una certa amarezza dovuta alla perdita. Oggi è morto come detto anche Marco Pannella. Persona antipatica direi, specie per uno come me che ama i toni poco gridati e non esasperati, anche e soprattutto nell'espressione delle proprie idee. Ma Pannella è stato un rappresentante importante per la politica italiana e di certo anche uomo assolutamente contemporaneo, nel suo amare alla follia la coerenza di un pensiero nell'incoerenza delle posizioni esteriori. Contemporaneo è chi non ha paura dell'esistere "oggi", qui e ora, e ancor di più chi sa affrontare le questioni nell'oscurità del dubbio, ponendosi domande e dandosi anche delle risposte (spesso ambigue) che si ergono poi a fatti. Ricordo che alcuni mesi fa a Gorizia aveva partecipato all'inaugurazione di una mostra celebrativa sui 60 anni del Partito Radicale. L'associazione radicale che la curava si chiama "Trasparenza è partecipazione". Ricordo che la cronaca (il Piccolo del 13 luglio 2015) riportava (sarà poi vero!) come Pannella nell'intervento inaugurale si fosse soffermato su quel nome: "Che nome è? Ve lo dico da dieci anni: le cose trasparenti non si vedono". Che l'abbia detto o no non importa, vale il fatto che di certo l'uomo Pannella non è mai stato trasparente nella cultura civile italiana. Ingombrante invece, e emarginato in parte per questo, ha espresso sempre il suo peso specifico. Ebbene sì, lo dissi qualche tempo fa, siamo destinati ad un funerale continuo (alcuni più sentiti, altri meno, dipende dal nostro coinvolgimento emotivo e non dalla statura di chi muore!), testimoni di un'epoca che al peso della carta ha preferito la leggerezza dell'effimero mondo digitale, che ha permesso alla parola di farsi volatile, ma non alla mente di dimenticare i nostri incontri.